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domenica 22 dicembre 2013

L'Infinito

Rodney Smith

L'Infinito
«
 Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s'annega il pensier mio:
e il naufragar m'è dolce in questo mare. »

mercoledì 30 ottobre 2013

...Fra qualche giorno..il 2 novembre....

"Non lasciarti tentare dai campioni dell’infelicità, della mutria cretina, della serietà ignorante. Sii allegro. […] T’insegneranno a non splendere. E tu splendi, invece."

 Pier Paolo Pasolini, Lettere luterane.
  

sabato 26 ottobre 2013

Sciascia e Pasolini.... due "Cannaleddi di picuraru"

Da L'Affaire Moro (1978), Leonardo Sciascia: 
Ieri sera, uscendo per una passeggiata, ho visto nella crepa di un muro una lucciola. Non ne vedevo, in questa campagna, da almeno quarant'anni: e perciò credetti dapprima si trattasse di uno schisto del gesso con cui erano state murate le pietre o di una scaglia di specchio; e che la luce della luna, ricamandosi tra le fronde, ne traesse quei riflessi verdastri. Non potevo subito pensare a un ritorno delle lucciole, dopo tanti anni che erano scomparse. Erano ormai un ricordo: dell'infanzia allora attenta alle piccole cose della natura, che di quelle cose sapeva fare giuoco e gioia. Le lucciole le chiamavamo cannileddi di picuraru, così i contadini le chiamavano. Tanto consideravano greve la vita del pecoraio, le notti passate a guardia della mandria, che gli largivano le lucciole come reliquia o memoria di luce nella paurosa oscurità. Paurosa per gli abigeati frequenti. Paurosa perché bambini erano di solito quelli che si lasciavano a guardia delle pecore. Le candeline del pecoraio, dunque. E ogni tanto ne prendevamo qualcuna, la tenevamo delicatamente chiusa nel pugno per poi aprirne a sorpresa, tra i più piccoli di noi, quella fosforescenza smeraldina.
Era proprio una lucciola, nella crepa del muro. Ne ebbi una gioia intensa. E come doppia. E come sdoppiata. La gioia di un tempo ritrovato – l’infanzia, i ricordi, questo stesso luogo ora silenzioso ora pieno di voci e giuochi – e di un tempo da trovare, da inventare. Con Pasolini. Per Pasolini. Pasolini ormai fuori dal tempo, ma non ancora, in questo terribile paese che l’Italia è diventato, mutato in se stesso (“Tel qu’en Lui-même enfin l’éternité le change”). Fraterno e lontano, Pasolini per me. Di una fraternità senza confidenza, schermata di pudori e, credo, di reciproche insofferenze. Per mia parte sentivo come un muro che ci separasse una parola a lui cara, una parola-chiave della sua vita: la parola “adorabile”. Può darsi che questa parola io l’abbia qualche volta scritta, e sicuramente più volte l’ho pensata: ma per una sola donna e un solo scrittore. E lo scrittore – forse è inutile dirlo – è Stendhal. Pasolini trova invece “adorabile” quel che per me dell’Italia era già straziante (ma anche per lui, ricordando un “adorabili perché strazianti” delle Lettere luterane: e come si può adorare ciò che strazia?) e sarebbe diventato terribile. Trovava “adorabili” quelli che inevitabilmente sarebbero stati strumenti della sua morte. E attraverso i suoi scritti si può compilare un piccolo dizionario delle cose per lui “adorabili” e per me soltanto strazianti e oggi terribili.
Le lucciole, dunque. Ed ecco che – pietà e speranza – qui scrivo per Pasolini come riprendendo dopo più che vent’anni una corrispondenza: “Le lucciole che credevi scomparse, cominciano a tornare. Ed è stato così anche con i grilli: per quattro o cinque anni non li ho sentiti, ora le notti sono sterminatamente gremite del loro frinire”.

giovedì 26 settembre 2013

Non capisco...

 A volte quel "non capisco proprio" suona come un'ulteriore e agghiacciante offesa... un ceffone che ti colpisce dritto in faccia, che per quanto duro possa essere risulta, seppur brutalmente, illuminante!!
Mi capita spesso di sentir pronunciare il "non capisco proprio" in seguito ad atteggiamenti apparentemente poco chiari, ma ciò che mi stupisce maggiormente è sentirlo dire da persone che per certi versi si vantano della propria intelligenza.
E mi capita di sentirlo dire da amici o pseudo.
E' qui che si trasforma in offesa......
Tutti gli atteggiamenti hanno una loro logica....e sono la conseguenza di qualcosa...
                                       Immagine di Valerio Vidali (presa dal web)

lunedì 23 settembre 2013

Evelina.....o la Signora Morli,una e due... Luigi Pirandello

La trama:
La signora Morli, che si credeva una, è sinceramente innamorata dell'uomo con cui convive da anni more uxorio, l'avvocato Lello Carpani: ma si ritrova nell'umanissima condizione di scissa in due, dacché altrettanto sinceramente ama il marito ( Ferrante Morli) : i due uomini naturalmente non condividono questo comportamento della donna che vive la vita di due persone in una, e la vorrebbero ciascuno tutta per sé, così come la vede ognuno di loro.
Per il marito, Ferrante Morli, la signora "Evelina Morli" è Eva, la donna con cui ha diviso un «amore spensierato e felice»; per Lello invece, che la chiama con la seconda parte del suo nome, è Lina, di attestate rispettabilità e serietà sociale, per nulla scalfite dal suo stato civile imperfetto. Quando il marito della signora Morli, uomo gaio ma irresponsabile e dilapidatore, è stato costretto a espatriare per motivi d'interesse, abbandonando moglie e figlio, è stato lui, l'onesto e rispettabile avvocato Carpani, ad accoglierli entrambi nella sua casa: tuttavia ella è riuscita, col proprio comportamento, per altro irreprensibile, a rientrare nella 'forma' di madre e 'moglie' - pur non moglie, non essendosi i due sposati - proba e fedele, facendo dimenticare al contesto sociale l'origine irregolare del loro legame.
Quand'ecco che a turbare questa prima fase di assestamento, dopo quattordici anni di assenza, ritorna il marito: questi attesta i meriti dell'avvocato e quindi afferma di non pretendere nulla, riconoscendo pacatamente la situazione di fatto tra il Carpani e la propria moglie. Chi invece entra in agitazione è proprio Lello perché con il ritorno del marito apparirà a tutti chiara l'illegittimità del riprovevole legame che egli ha con la signora Morli.
La soluzione di questa incresciosa situazione sarà quella di lasciare che il marito Ferrante se ne vada da Firenze a Roma, mentre Evelina, che continua ad amare ambedue gli uomini, rimarrà a Firenze con Titti, la figlia che nel frattempo ha avuto dall'avvocato.
Assieme a Ferrante volontariamente parte il figlio avuto da Evelina, Aldo, sia per rimanere col padre, sia per obbedire a Carpani, sia per sfuggire ad una torbida relazione con la moglie dell'avvocato Giorgio Armelli, socio del patrigno.
Ma a sconvolgere quell'ipocrita soluzione sarà proprio Aldo che richiamerà la madre a Roma con l'espediente di dirsi gravemente malato. Evelina accorre dal figlio e, scoperta la finzione, non solo non lo rimprovera ma anzi accetta di buon grado l'occasione trattenendosi otto giorni a casa del marito, dove può tornare ad essere Eva, la spensierata ed allegra moglie di Ferrante così diversa da quella Lina nel frattempo diventata «seria e contegnosa» nella vita perbene che si era dovuta ricostruire accanto al Carpani, «uomo malinconico, posato e scrupoloso».
I tre sono dunque felici per la famiglia regolare che si è ricomposta, in particolare Aldo:
« Ma sai che per me sei tutta, tutta nuova mammina? Io ti sto conoscendo adesso, non ti ho mai veduta così. »
Ferrante però ora vorrebbe che la moglie, ancora innamorata di lui, restasse a Roma definitivamente: tuttavia Evelina deciderà di tornare a Firenze non solo per quanto deve a Lello ma soprattutto per non abbandonare la seconda figlia Titti. Rinuncerà quindi alla sua felice, "frivola" spensieratezza perché più forte in lei è il suo sentimento di madre. (Wikipedia)
La signora Morli, una e due è una commedia in tre atti di Luigi Pirandello ispirata dalla sue novella La morta e la viva (1909) e Stefano Giogli uno e due (1910). È stata composta nel 1920, fu pubblicata nel 1922 dall'editore Bemporand di Firenze.

Il giardino segreto

Se dovessi scegliere il libro della mia infanzia, sicuramente non avrei alcun dubbio: Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett. Ovviamente citerei a seguire I ragazzi della via Pal dell'ungherese Molnar, Cuore di De Amicis e Piccole donne di Luisa May Alcott. 
Questi romanzi sono stati scritti tra il 1886 e il 1910.
Non so se oggi ci sia qualcuno in grado di poter scrivere delle pagine così ricche di verità, sentimenti quali amore e amicizia, ma soprattutto buonsenso.
Il giardino segreto è un bellissimo libro per adolescenti, talmente bello che ancora oggi alla soglia dei trent'anni, lo ricordo come se lo avessi letto di recente. Il romanzo narra la storia di Mary, una bambina di 10 anni, nata in India da genitori inglesi, la quale dopo la morte di questi a causa del colera, viene affidata alle cure di un ricco zio.  Trasferitasi in casa dello zio, la bambina, vive un momento di smarrimento e sconsolatezza che però viene presto attenuato da Martha, una giovane cameriera di origini contadine la quale tratta Mary con bontà e gentilezza e la spinge a diventare autonoma e a scoprire i lati positivi del nuovo ambiente. Il nodo centrale della vicenda ruota attorno al racconto della tragica morte della moglie dello zio: la giovane signora amava coltivare rose in un giardino segreto; purtroppo vi morì in un incidente (cadendo da un ramo sul quale si dondolava), per cui il vecchio zio, disperato, chiuse la porta di accesso del giardino e ne seppellì la chiave. Mary cerca di scoprire la sede del giardino segreto, come pure di scoprire l'origine di un pianto misterioso che qualche volta ha ascoltato in casa e che il personale di servizio ignora o nega. Comincia così a trascorrere sempre più tempo nel parco e nella brughiera dapprima da sola, poi progressivamente perde il suo atteggiamento solitario e ricerca la compagnia di Martha, del giardiniere, e di un amichevole pettirosso al quale nel romanzo si attribuiscono qualità umane.Durante le sue ricerche nel parco Mary trova finalmente in una buca la chiave del giardino e più tardi scopre, nascosta dall'edera, la porta di ingresso del giardino......
Ed è a partire dalla scoperta del giardino segreto che hanno inizio le avventure di Mary.....

venerdì 20 settembre 2013

Muffins integrali

Ricetta approssimativa, ma ben riuscita!!!
Ingredienti:
400 gr di farina integrale
60 gr olio evo
250 ml acqua
noci e/o mandorle
uva passa
pinoli
una mela,due pere e succo di limone
cannella,scorza limone e/o arancia
cardamomo
chiodi di garofano
zenzero in polvere o grattugiato fresco
lievito vanigliato
qualche goccia di rum o simile
In forno preriscaldato a 180 per 30 minuti
:)

Che fine hai fatto???

Il tempo scorre, ma il segno del tempo rimane....

giovedì 19 settembre 2013

Questo l'ho fatto io!

Questo l'ho fatto io!!! E' innegabile il piacere-soddisfazione che si prova quando si pronuncia questa frase!! Non è questione di autocompiacimento quanto piuttosto una sorta di vittoria in seguito ad una sfida lanciata contro se stessi.
Molti di noi raggiungono il piacere e appagano il proprio animo anche e solo dopo la riuscita di un dolce!! :P
Beh, oggi, questo è il caso mio!!
Sto aspettando con ansia l'epilogo della mia lunga e estenuante pratica culinaria.... Stamani, all'alba (e non è un modo di dire, ma davvero mi sono svegliata all'alba!!!) ho deciso di cimentarmi, come avviene ormai da qualche mese, nella realizzazione di un dolce. Devo ammettere che i dolci, così come alcuni piatti salati, non sono il mio forte!!! Oggi sono fiduciosa!!!!
Qualora l'esperimento non dovesse giungere a buon fine, limiterò l'assaggio ai soli presenti in casa (cavie consapevoli), poiché il mio ragazzo è abbastanza ritroso quando si tratta di ricette "approssimative" e non collaudate....forse mio cognato assaggerà senza alcun tipo di problema in quanto di facile contentatura.

Giuseppe De Robertis- Saper leggere

Isolare il bello e il riuscito:ciò che esiste di per sé- e l'altro non conta.
Costruire, in critica, significa mettere in valore le parti vitali di un'opera. Scegliere, definire, porle in gioco.
A dimostrare la grandezza di una poesia basta d'averla capita, e averne scoperto il centro lirico.
L'atto dello scopritore,che non è mai, in un critico, accompagnato dal giudizio,è già costruire.
Se un poeta è vivo,in alcuni punti deve essersi mostrato e realizzato intero. Quei punti a spiegarli totalmente,rivelano psicologia, senso morale, umanità. Tutto per induzione.
L'opera d'arte crea una logica e una legge sua.
Disvalora la logica e la legge corrente.
Logica e legge corrente che bastano da sole ad annullare l'opera d'arte nulla.
La critica è tutta da creare. Critica frammentaria di momenti poetici. Riduzione dell'esame a pochi tratti isolati, e di quel che si dice essenzialità.

domenica 15 settembre 2013

La sera foscoliana

Chissà perché la sera era così cara al Foscolo... per me insieme alla notte fonda rappresentano i momenti più tormentati e "tormentosi" della mia giornata....
 


Forse perchè della fatal quiete


Forse perchè della fatal quiete
tu sei l'immago a me sì cara vieni
o Sera! E quando ti corteggian liete
le nubi estive e i zeffiri sereni,
e quando dal nevoso aere inquiete
tenebre e lunghe all'universo meni
sempre scendi invocata, e le secrete
vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fa co' miei pensier su l'orme
che vanno al nulla eterno;e intanto fugge
questo reo tempo, e van con lui le torme
delle cure onde meco egli si strugge
e mentre io guardo la tua pace, dorme
quello spirito guerrier ch'entro mi rugge


La sera, quando ogni rumore del giorno pare spegnersi, è cara al poeta perchè gli sembra portatrice di una calma e di una pace simile a quella della morte. Solo la sera egli riesce a trovare una momentanea requie dai dolori e dalle passioni che lo tormentano.
Tipicamente romantica è l'identificazione tra la sera come fine naturale del giorno,e la morte, come inevitabile sbocco della vita.

venerdì 13 settembre 2013

Diverse nature degli uomini

Sono varie le nature degli uomini:certi sperano tanto che mettono per certo quello che non hanno, altri temono tanto che mai sperano se non hanno in mano. Io mi accosto più a questi secondi che ai primi: e chi è di questa natura si inganna manco, ma vive con più tormento*.


*chi ha questo carattere è meno degli altri vittima di delusioni e sbagli, perché non si abbandona a inutili speranze ma vive una vita più triste e grigia, perché si nega la gioia di sognare e sperare.

Vanità dell'umana ambizione - Francesco Gucciardini

Io ho desiderato, come fanno tutti gli uomini,onore e utile*: e n'ho conseguito molte volte sopra quello che ho desiderato o sperato*, e nondimeno non v'ho poi mai trovato drento quella satisfazione che io mi ero immaginato; ragione, chi bene la considerassi*, potentissima a tagliare assai delle vane cupidità degli uomini*.


*utile:ricchezze
*n'ho ...sperato: ho ottenuto molte volte più onore e ricchezze di quanto ho desiderato e sperato.
*chi....considerassi:se qualcuno sapesse valutarla bene.
*a....uomini: a spegnere molte ambizioni e cupidigie. L'amara meditazione sul fallimento delle proprie speranze di successo; La massima fu scritta l'indomani del ritiro di Gucciardini dalla vita politica e si trasforma così in una osservazione valida per tutti gli uomini.

Andreuccio da Perugia Boccaccio-Pasolini: Decameron

La novella da cui prende spunto Pier Paolo Pasolini nel suo Decameron è inserita all'interno della seconda giornata , dedicata alla narrazione di avventure che si concludono,al di là della speranza,con esito positivo.  Nell'arco di una sola notte movimentata, Andreuccio,un giovane inesperto mercante di cavalli giunto a Napoli per affari, si trova coinvolto in una serie di rocambolesche vicende.
Una serie di peripezie orchestrate dal caso:

mercoledì 11 settembre 2013

La fontana malata

Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch......
E' giu',
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace....
di nuovo.
tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
piu' nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Orrore
Ah! no.
Rieccola,
ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch....
La tisi
l' uccide.
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto....
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide      
quel suo
eterno  tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch..

lunedì 9 settembre 2013

Violet

 Ametista era una ninfa dei boschi di cui Bacco, il dio del vino, si era invaghito; ma la fanciulla, per sfuggire allo sgradito corteggiamento, si rivolse a Diana, che la trasformò in un limpido cristallo. Adirato, Bacco vi rovesciò addosso la sua coppa colma di vino, conferendogli così un delicato colore violetto, insieme al potere di proteggere dagli inebrianti effetti della bevanda a lui cara.

Catania....

Jean Calogero, Duomo Catania, 1975.

domenica 8 settembre 2013

La bilancia

Secondo l'astrologia occidentale, la Bilancia è un segno zodiacale cardinale e d'aria. È governato da Venere. In questo segno Saturno si trova in esaltazione, Marte in esilio, il Sole in caduta. È opposto al segno dell'Ariete.
Il metallo associato al segno è il rame, le pietre sono il quarzo rosa, la giada, la rodonite e la tormalina verde, i fiori sono la rosa, la camelia e il giacinto.
a vera personalità nata sotto l'influsso della Bilancia è simpatica, attraente, interessante. Normalmente, la Bilancia significa bellezza e molte delle più belle donne e degli uomini più interessanti sono nati sotto questo segno. Generalmente, rivelano uno sviluppato senso dell'equilibrio e possiedono un carattere che li rende arbitri del proprio destino. Questo orientamento offre un buon punto di partenza nella vita, ma il farsi strada dipende dalla mente che sta dietro la personalità. La loro indole li porta alla gentilezza, alla comprensione, alla generosità e alla lealtà in circostanze ordinarie. Hanno un carattere emotivamente suscettibile; le loro reazioni variano secondo gli umori del momento; certe volte sono facili all'ira, in altre circostanze sono invece pazienti e sanno sopportare. Detestano le meschinità e le ingiustizie, eppure ci sono momenti nella loro vita in cui devono fare l'autocritica e vedere se non siano stati ingiusti anch'essi come gli altri. Benché abbiano buon senso, ci sono due cose dalle quali devono guardarsi: non abituarsi a considerare le cose dal punto di vista dei loro sentimenti e pregiudizi personali, evitare di saltare subito a conclusioni che reggono su analogie o confronti. 

Questo modo di ragionare, basato o sulle emozioni del momento, o su pregiudizi, o su confronti errati, non è più sicuro di un salto nel buio. L'intuizione in loro è favorita dal vivo desiderio di imparare. Nella loro impazienza di apprendere, comunque, debbono guardarsi dal sorvolare, dal trascurare qualche dettaglio, di secondo piano ma importante. Si mostrano generalmente intelligenti in tutto, tranne che riguardo ai propri sentimenti. Dovrebbero rendersene conto, e far del loro meglio per controllare con maggior prudenza le loro emozioni. E' difficile considerare impersonalmente i propri sentimenti, ma con la buona volontà alcuni nati sotto il segno della Bilancia ci riescono. L'immaginazione ha un ruolo importante nella loro vita. Per natura, sono sognatori e trovano un gran piacere a rimuginare idee di relativa importanza. La Bilancia dona buone doti di espressione ai nati sotto il suo segno. Benché ci siano momenti in cui essi si rivelano geniali pensatori, qualche volta mancano di continuità nei oro propositi, non seguono un'idea fino in fondo. 

Emotivamente sono impulsivi. Riflettano e analizzino i loro impulsi, proprio come fanno con ogni idea o proposito: eviteranno di agire con eccessiva fretta, pentendosi poi amaramente. Una delusione può indurli ad abbandonare un intero progetto. Hanno la facoltà di intuire, il che li mette in grado di comprendere la natura umana. Ci sono momenti in cui possono vedere e comprendere i punti di vista altrui. Spesso provano un'avversione istintiva per le persone che avvicinano, ma non sanno nemmeno loro spiegare per quale motivo. Il tempo normalmente, dimostra che avevano ragione. Dovrebbero imparare ad assecondare la voce che dà loro suggerimento: li aiuterebbe a progredire. La nascita nella Bilancia comporta costituzione sana, ma è imperativo che quelli che appartengono a questo segno debbano seguire una dieta appropriata. Devono evitare gli eccessi. Il loro segno domina reni, dorso, lombi. Devono guardarsi da periodi di malinconia, di depressione, ricercando la compagnia di persone allegre e i diversivi. Evitare di sovraffaticarsi, d'innervosirsi, di irritarsi. Amano i viaggi, gli sport, le ricreazioni, la danza, il teatro. I segni indicano che sono affettuosi, teneri, comprensivi, ardenti in amore. Il loro comportamento, tuttavia, varia secondo i loro umori. 

Possono apparire posati e calmi e invece nascondono la fiamma intensa di una natura appassionata, ma quando le condizioni sono ideali, sono espressivi e aperti. I loro sentimenti in materia d'amore possono venire facilmente feriti, ma sopportano molto e si sacrificano volentieri, perché questo dà loro piacere. Spesso sono fraintesi da quelli che li amano, e sono anche accusati di leggerezza nei loro sentimenti perché s'interessano di molte persone contemporaneamente. Amano la compagnia e discorrono volentieri con chiunque ogni volta che ne hanno l'opportunità. In tutte le avventure amorose o romantiche, faranno bene a tenere presente che dovranno accettare in quelli che amano l'intera personalità e non conquistare solo quelle certe caratteristiche che hanno destato temporaneamente il loro interesse romantico. A meno che non imparino questa lezione, saranno soggetti a delusioni nelle faccende d'amore. Si dovrebbe stabilire un equilibrio ragionevole, armonico, fra i modi di vedere dei nati nella Bilancia e quelli degli oggetti del loro affetto secondo un punto di vista emotivo, fisico o idea- le. Sono capaci di grandi cose se hanno autonomia e raggiungono successi importanti se si dedicano, da soli, agli affari. Per natura sono economi, ma ci sono momenti in cui spendono senza freno seguendo un semplice desiderio o impulso, e poi debbono ricominciare da capo a tenere da conto il denaro. 

Tornerà a loro vantaggio imparare ad essere costanti nel risparmio. Nel corso della vita, la loro personalità attirerà numerose amicizie; molti saranno conquistati dal loro fascino personale. Sono leali verso gli amici, ma a volte c'è la pericolosa tendenza a criticare troppo. Comunque, la loro comprensione della natura umana farà sì che molti amici si confidino con loro. Infine: questa costellazione simbolizza la giustizia. La dea della giustizia è rappresentata da una donna bendata che tiene in mano una bilancia. Questa concezione è puramente astrologica. Il segno rappresenta le regioni renale e lombare dell'Uomo Zodiacale e, conseguentemente, il serbatoio dei fluidi riproduttivi ed è, inoltre, il centro della forza procreatrice. Nei suoi aspetti più interiori, questa costellazione rappresenta il punto equinoziale dell'arco, nel cielo ascendente e il discendente dell'atomo vitale. In questo segno è contenuta l'unificazione delle forze cosmiche, poiché esso è il grande punto centrale d'equilibrio della sfera. 

La Bilancia significa percezione esteriore equilibrata dall'intuito. Questa unione genera buon senso e prudenza. Gli individui dominati da questo influsso costituiscono la scuola razionalistica dei pensatori del mondo. La Bilancia raffigura l'equilibrio delle forze della natura e contiene il mistero dell'iniziazione degli antichi. Sulla carta universale, questo segno diventa Enoch, l'uomo perfetto. La Bilancia è la seconda emanazione del Trigono d'aria, è la costellazione di Venere. La sua gemma mistica è il crisolito. Come talismano magnetico, questa pietra agisce come forza repulsiva e si combina con la sfera magnetica dei nati sotto il suo influsso per respingere le emanazioni provenienti dai corpi estranei. Il giorno fortunato è il venerdì. I numeri fortunati sono il sei e il nove. Il colore fortunato di questo segno è il blu pastello. I luoghi più propizi al successo sono quelli in cui si svolgono attività sociali.

Gnam gnam

Che ci vuole a scrivere un libro?
Leggerlo è la paura.
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1986.

venerdì 6 settembre 2013

Volare-illustrazione


"Je dois m'en aller"...Ah difettivi sillogismi: Il giardino arabo: terra,acqua,luce e cielo.

"Je dois m'en aller"...Ah difettivi sillogismi: Il giardino arabo: terra,acqua,luce e cielo.: Verso meta si fugge: Chi la conoscerà? Non d'Itaca si sogna Smarriti in vario mare, Ma va la mira al Sinai sopra sabbie Che novera ...

Unlimited

A volte la gente non percepisce minimamente il senso del limite, nemmeno dei propri limiti!!!
E' un discorso che vale sempre...nella vita di tutti i giorni, quindi al lavoro così come quando si ha a che  fare con i sentimenti.
Tutto ciò dà enormemente fastidio....

Il giardino arabo: terra,acqua,luce e cielo.

Verso meta si fugge:
Chi la conoscerà?
Non d'Itaca si sogna
Smarriti in vario mare,
Ma va la mira al Sinai sopra sabbie
Che novera monotone giornate.

Si percorre il deserto con residui
Di qualche immagine di prima in mente,
Della Terra Promessa
Nient'altro un vivo sa.

All'infinito se durasse il viaggio,
Non durerebbe un attimo, e la morte
È già qui, poco prima.
Un attimo interrotto,
Oltre non dura un vivere terreno:
Se s'interrompe sulla cima a un Sinai,
La legge a chi rimane si rinnova,
Riprende a incrudelire l'illusione.

(Ultimi cori per la terra promessa, nel Taccuino del vecchio)

martedì 3 settembre 2013

......

Pier Paolo Pasolini, Decameron, 1971.
 Perchè realizzare un'opera quando è così bella sognarla......

martedì 27 agosto 2013

La luce che si spense

  Oggi inizierò a leggere "La luce che si spense" di Rudyard Kipling.
 Autore conosciuto principalmente per i Libri della giungla, in realtà nel 1907 fu anche Premio Nobel per la Letteratura.
La luce che si spense apparve per la prima volta nel 1891 e non figura tra i suoi capolavori. Eppure il suo fascino è indubitabile. Si tratta di una storia centrata sulla vita di un uomo la cui vista si va lentamente, fatalmente spegnendo.
Il motivo conduttore del libro è tratto dalla sua autobiografia.
Iniziamo la lettura..........................
 ;)

giovedì 22 agosto 2013

Le immagini di sempre


Queste sono le immagini che meglio rappresentano Marzamemi.
Un uomo (conosciuto) seduto,sulla sedia di sempre, che guarda verso "Avola-Noto-Vendicari" quando ancora in spiaggia non c'è nessuno. Lui ama la tranquillità e la calma.
Ha 90 anni.... Lui, il mare.....Marzamemi ....lo conosce bene..

mercoledì 21 agosto 2013

Com'è che non riesci più a volare

La mia canzone per l'estate


Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva 
con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva 
con la radio che ronzava 
per il mondo cose strane 
e il respiro del tuo cane che dormiva. 

Coi tuoi santi sempre pronti a benedire i tuoi sforzi per il pane 
con il tuo bambino biondo a cui hai dato una pistola per Natale 
che sembra vera, 
con il letto in cui tua moglie 
non ti ha mai saputo dare 
e gli occhiali che tra un po' dovrai cambiare. 

Com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 

Con le tue finestre aperte sulla strada e gli occhi chiusi sulla gente 
con la tua tranquillità, lucidità, soddisfazione permanente 
la tua coda di ricambio 
le tue nuvole in affitto 
le tue rondini di guardia sopra il tetto. 

Con il tuo francescanesimo a puntate e la tua dolce consistenza 
col tuo ossigeno purgato e le tue onde regolate in una stanza 
col permesso di trasmettere 
e il divieto di parlare 
e ogni giorno un altro giorno da contare. 

Com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 

Con i tuoi entusiasmi lenti precisati da ricordi stagionali 
e una bella addormentata che si sveglia a tutto quel che le regali 
con il tuo collezionismo 
di parole complicate 
la tua ultima canzone per l'estate. 

Con le tue mani di carta per avvolgere altre mani normali 
Con l'idiota in giardino ad isolare le tue rose migliori 
col tuo freddo di montagna 
e il divieto di sudare 
e più niente per poterti vergognare. 

Com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 
com'è che non riesci più a volare 

"Je dois m'en aller"...nonsolounacanzone: Ah difettivi sillogismi!! G.Gozzano

"Je dois m'en aller"...nonsolounacanzone: Ah difettivi sillogismi!! G.Gozzano: L'io che c'è sì caro, muore ad ogni istante senza rimpianto. Muore nel riposo e nella veglia. Un calice di vino un grano d'op...

"Je dois m'en aller"...nonsolounacanzone: Lessico famigliare

"Je dois m'en aller"...nonsolounacanzone: Lessico famigliare: Noi certe volte non sapevamo che peccato confessare e allora dicevamo: HO RUBATO LA NEVE...!!! HO RUBATO LA NEVEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE ...

Il suono del silenzio....



giovedì 1 agosto 2013

Monachicchi e frusculicchi del paesaggio lucano...



«Di tesori dei briganti, ne vidi uno io stesso assai modesto. Ma, per i contadini, queste non sono che briciole degli immensi tesori celati nelle viscere della terra. Per loro i fianchi dei monti, il fondo delle grotte, il fitto delle foreste sono pieni di oro lucente, per sapere dove sono, non ci sono che le ispirazioni dei sogni, se non si ha avuto la fortuna di essere guidati da uno degli spiriti della terra che li custodiscono, da un monachicchio. il tesoro appare in sogno al contadino addormentato, in tutto il suo sfolgorio».  
                                                                                        C.Levi

Ore 7 am



L'alba dura solo un istante.....e improvvisamente sorge il Sole....

martedì 30 luglio 2013

Il mito della caverna

« …prima ancora di avere rifatto l'abitudine a questa tenebra recente, viene costretto a contendere nei tribunali o in qualunque altra sede discutendo sulle ombre della giustizia o sulle copie che danno luogo a queste ombre, e a battersi sulla interpretazione che di questi problemi dà chi non ha mai veduto la giustizia in sé. »





Ah difettivi sillogismi!! G.Gozzano


    L'io
    che c'è sì caro, muore ad ogni istante
    senza rimpianto. Muore nel riposo
    e nella veglia. Un calice di vino
    un grano d'oppio, uno sbigottimento
    una ferita, basta a dileguarlo.
    Ma ci acqueta il pensiero che al risveglio
    ritroveremo intatto e vigilante
    il buono fanciulletto interïore
    che ci ripete d'esser sempre noi...
    Ah! Fanciullesca è veramente questa
    anima semplicetta che riduce
    alla nostra stadera l'infinito;
    nutre speranze, chiede privilegi
    più spaventosi del più spaventoso
    nulla, ché il nulla è non poter morire.
    Come pensare senz'abbrividire
    tutta l'eternità chiusa nell'io
    in quest'angusto carcere terreno?
    Quasi bramosi fantolini e vani
    preghiamo un bene e non sappiamo quale.
    Quando per anni o per follia s'offusca
    l'altrui cervello, quella decadenza
    più non c'inquieta della decadenza
    corporea. Permane la speranza
    che l'io del caro sopravviva ancora
    mentre è già come se non fosse più.
    Ora se quasi ci si acqueta in vita
    allo sfacelo della mente immemore
    che mai vogliamo dalla morte immune?
    Questa cosa di noi che vuol persistere
    indefinita, è dunque indefinibile
    come il raggio ch'emana dalla lampada,
    come il suono che emana dal lïuto;
    lampada e lïuto sono tra gli arredi
    più famigliari e semplici che posso
    scomporre ricomporre con le mani;
    il mistero m'appare se mi chiedo
    che sia, di dove venga, dove vada
    il prodigio del suono e della luce...
    Oimè! L'essenza che rivibra in noi
    non può per intelletto esser compresa
    da poi che l'io solo con se stesso,
    soggetto, oggetto della conoscenza,
    come uno specchio vano si moltiplica
    inutilmente ed infinitamente
    e nel riflesso è prigioniero il raggio
    di verità che l'occhio non discerne.
    Giova quindi sottrarci all'incantesimo
    alla voce che implora di rivivere
    come a un morbo insanabile terrestre.
    Negli attimi di grazia, quando l'io
    dilegua nei pensier contemplativi
    quando l'istinto tace e si compiace
    nella gioia dell'utile non nostro
    o freme ad una strofe ad una musica
    nell'ebrezza senz'utile dell'arte,
    forse ci giunge il pallido riflesso
    d'una luce remota, della vita
    che ci attende al di là, nel puro spirito,
    nel non essere noi, nell'ineffabile.
    È la fede che Socrate morente
    predicava all'alunno: «Datti pace!
    Non morirò: seppelliranno l'altro».
    È la luce che Baghava Purana
    rivelava sul tronco del palmizio:
    «Solo eterno è lo spirito. Non piangere
    su te su me su altri. Perché l'io
    ed il non io son frutto d'ignoranza.
    Desideravi un figlio, o Re; l'avesti;
    oggi provi lo strazio del distacco,
    strazio che dànno tutte le fortune
    a chi s'illude e pensa durature
    l'apparenze caduche della vita.
    Solo eterno è lo spirito. Nei tempi
    chi fu per te quel figlio che tu piangi?
    Chi tu fosti per lui? Che voi sarete
    l'uno per l'altro nell'ignoto andare?
    Sabbia del mare, foglie date al vento...
    Solo eterno è lo spirito. Consolati».
    Ma il re singhiozza disperato ancora
    e pel prodigio d'uno di quei rishy
    l'anima si ridesta nel cadavere,
    si guarda intorno sbigottita, dice:
    «In quale delle innumeri apparenze
    d'animali, di uomini, di devhas
    m'ebbi per padre questo che m'abbraccia?
    Non mi toccare: io non ti riconosco.
    O tu che piangi su di me non piangere.
    Solo eterno è lo spirito. Consolati!».
    Così parlato il giovinetto muore
    un'altra volta. L'anima s'invola
    eternamente. E il Re non piange più.

Copia-incolla

La verità è che a copiare siamo tutti bravi....
La verità è che i pensieri degli altri in realtà li avremmo sempre voluti dire noi... CASUALMENTE....
E' come se qualcuno arrivi sempre prima di noi a dire quello che noi pensiamo da sempre... ma non è che in realtà ci legge nella mente, nel pensiero??? Tze...a volte credo la gente si convinca di questo!
E allora a questo punto...mi viene da dire che c'è una moltitudine di gente,in realtà scrittori....scrittori mancati però!!!
Credo bisogni ogni tanto...imparare a fare buon uso dei pensieri altrui...
quando citiamo Sciascia, Pasolini, Bufalino....o addirittura "Cohelo e Fabio Volo".... :O (ahahahahah) occorre farlo con umiltà.....
non dimentichiamoci che noi non siamo stati in grado di scrivere con le nostre parole nemmeno un rigo dei loro pensieri....
non eravamo ispirati....forse....
o forse..non siamo POETI!!!!

Chiave d'accesso ERRATA

Sarà mica un segno del destino quello di perdere tutte le password?
Forse qualcuno vuole comunicarmi che vi sono luoghi o cose in cui io non posso e non potrò mai più accedere?
Queste cose e questi luoghi forse portano solo sventure...
Ma la casella di posta elettronica???
Beh...forse una e-mail che avrebbe cambiato la mia vita resterà per sempre non letta!!
Quella e-mail non sarà mica quella del Worker folletto robot??? mmmm  chi lo saprà mai....

mercoledì 24 luglio 2013

lunedì 22 luglio 2013

Ricordi turroti....(.dagli anni '80 ad oggi!!!)
   
 Torre Archirafi! 

giovedì 11 luglio 2013

Calorrrrrr

Oggi fa davvero caldo anche se ancora non ci sentiamo immersi del tutto nella stagione estiva!! 
Appesi a un filo ad asciugare ed essiccare!! :P