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domenica 30 giugno 2013

M'affaccio alla finestra e vedo il mare
vanno le stelle, tremolano l'onde:
Vedo stelle passare,onde passare:
un guizzo chiama,un palpito risponde.
Ecco sospira l'aria,alita il vento:
sul mare è apparso un bel monte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni
per chi dunque sei fatto e dove meni?
G.Pascoli,1892

mercoledì 26 giugno 2013

da Bestemmia

Sei così ipocrita
che come l'ipocrisia ti avrà ucciso
sarai all'inferno
e ti crederai in paradiso. 
                                                        Pier Paolo Pasolini 

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-95636?f=a:970>

martedì 25 giugno 2013

Vi invito a cena!!

Altra immagine alquanto inquietante...

La nuova morte di MARAT!!!!

Navigando su internet ho trovato questa foto "Marat revisited by Djailledie"

Nella prima immagine Marat morto dinnanzi a un notebook...Nella seconda immagine, quella originale, Marat è riverso nella vasca, con una lettera in mano, morto pugnalato per mano di Charlot Corday D'Armont. La giovane era andata da lui per chiedergli la grazia,ma lo uccise. Nella foto rivisitata cosa uccide Marat???? 
Beh molto forte il messaggio... ironico e draconiano..a mio avviso.

Sarà per la prossima volta...

Per il viaggio in Toscana avevo portato con me L'educazione sentimentale di Flaubert. Ho iniziato a leggere questo romanzo tempo fa ma non sono mai riuscita ad arrivare alla fine della mia lettura. Pensavo di avere tanto tempo per rilassarmi, momenti di pace per poter leggere qualche pagina, magari sotto l'ombra di un cipresso nella campagna senese...e invece NON HO LETTO NEMMENO UNA PAGINA!!!!!!
...troppe cose da vedere e da fare!!! ;)
  Oggi va di moda il vintage!!
 La parola vintage si riferisce  a quegli oggetti considerati        culto sia per la qualità con cui sono stati fabbricati, sia perché appartengono a un'epoca passata. 
Ciò che indossiamo oggi, fra vent'anni sarà vintage!!!
Il termine deriva dal francese antico vendenge, vocabolo che però faceva riferimento al vino..al vino d'annata.
La moda del vintage non si ferma agli abiti, ma va oltre e investe l'intero modo di vivere. Potremmo difatti parlare di "cultura vintage".
L'automobile vintage del nonno, la radio,la chitarra,le biciclette, le moto, le pubblicazioni...insomma tutto può diventare vintage..purché non sia attuale!!
Solitamente gli oggetti d'annata sono pezzi unici e pertanto, a volte,
molto costosi. Non tutti vogliono disfarsi del proprio oggetto d'annata alla moda, però.
Beh come biasimarli!!!
A me personalmente piacciono molto le borse e gli occhiali vintage.


lunedì 24 giugno 2013

Iniziamo da poche e semplici regole


L'isola di creta















La curva dei tuoi occhi intorno al cuore.

[....]...Foglie di luce e spuma di rugiada
canne del vento, risa profumate,
ali che il mondo coprono di luce,
navi che il cielo recano ed il mare,
caccia dei suoni e fonti dei colori..[...]
                                                           

                                                              P.Eluard 

I gatti di C.Baudelaire (1857)

Che dolce profumo esala da quel pelo
biondo e bruno! Com’ero tutto profumato
una sera che l’accarezzai
una volta, una soltanto!
È lui il mio genio tutelare!
Giudica, governa e ispira
ogni cosa nel suo impero;
è una fata? O forse un dio?
Quando i miei occhi, attratti
come da calamita, dolci si volgono
a quel gatto che amo
e guardo poi in me stesso,
che meraviglia il fuoco
di quelle pallide pupille,
di quei chiari fanali, di quei viventi opali
che fissi mi contemplano!

Scatti praghesi




Alla luna, G. Leopardi

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti:
E tu pendevi allor su quella selva
Siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
Che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
Il tuo volto apparia, che travagliosa
Era mia vita: ed è, né cangia stile,
0 mia diletta luna. E pur mi giova
La ricordanza, e il noverar l'etate
Del mio dolore. Oh come grato occorre
Nel tempo giovanil, quando ancor lungo
La speme e breve ha la memoria il corso,
Il rimembrar delle passate cose,
Ancor che triste, e che l'affanno duri! 


je dois m'en aller:      "Se c'è una cosa che è immorale è            ...

je dois m'en aller:      "Se c'è una cosa che è immorale è            ...:      "Se c'è una cosa che è immorale è                                                            la banalità!"

je dois m'en aller: Maledette malelingue!!!

je dois m'en aller: Maledette malelingue!!!: Nel 1750 Carlo Goldoni scrive una commedia dal titolo La bottega del caffè. Il caffè gestito da Ridolfo funge da osservatorio per Don Marzio...

je dois m'en aller: La cicala e la formica

je dois m'en aller: La cicala e la formica: L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava. Venne il freddo e ...

je dois m'en aller: Maledette malelingue!!!

je dois m'en aller: Maledette malelingue!!!: Nel 1750 Carlo Goldoni scrive una commedia dal titolo La bottega del caffè. Il caffè gestito da Ridolfo funge da osservatorio per Don Marzio...

je dois m'en aller:

je dois m'en aller:

Maledette malelingue!!!

Nel 1750 Carlo Goldoni scrive una commedia dal titolo La bottega del caffè. Il caffè gestito da Ridolfo funge da osservatorio per Don Marzio, eterno maldicente. Sua vittima quel giorno Eugenio,un giovane mercante che ha perso tutti i suoi averi nella bisca di Pandolfo,giocando con il falso conte Leandro in realtà un furbo truffatore.Ma non gli sfugge nemmeno Vittoria. moglie di Eugenio,alla quale Don Marzio racconta di una relazione del marito con una ballerina di nome Lisaura. Trattasi di una frottola. Lisaura, a sua volta, per poco non si trova rovinata la reputazione dalle sue calunnie; e Placida moglie di Flaminio, appena giunta da torino in cerca di marito ,passa grazie a Don Marzio per una nota avventuriera.
Smascherato dalla vittime, riceve alla fine una pioggia di insulti.

Il lupo e l'agnello


Un agnello si dissetava alla corrente di un ruscello purissimo.
Sopraggiunse un lupo in caccia: era digiuno e la fame lo aveva attirato in quei luoghi.
« Chi ti dà tanto coraggio da intorbidare l'acqua che bevo?» disse questi furioso.
« Sire... » rispose l'agnello « io sto dissetandomi nella corrente sotto di lei, per ciò non posso intorbidare la sua acqua!»
« La sporchi» insisté la bestia crudele « E poi so che l'anno scorso hai detto male di me.» 
« Io?! Ma se non ero nato» rispose l'agnello.
« Se non sei stato tu, è stato tuo fratello.»
« Non ho fratelli.»
« Allora qualcuno dei tuoi; perché voi, i vostri pastori e i vostri cani ce l'avete con me. Me l'hanno detto: devo vendicarmi.»

Detto questo il lupo trascinò l'agnello nel fitto d
ella foresta e se lo mangiò.

La cicala e la formica




L'estate passava felice per la cicala che si godeva il sole sulle foglie degli alberi e cantava, cantava, cantava.
Venne il freddo e la cicala imprevidente, si trovò senza un rifugio e senza cibo.
Si ricordò che la formica per tutta l'estate aveva accumulato provviste nella sua calda casina sotto terra.
Andò a bussare alla porta della formica.
La formica si fece sulla porta reggendo una vecchia lampada ad olio.
- Cosa vuoi? - chiese con aria infastidita.
- Ho freddo, ho fame….- balbettò la cicala.
Dietro di lei si vedeva la campagna innevata. Anche il cappello della cicala ed il violino erano pieni di neve.
- Ma davvero? - brontolò la formica - lo ho lavorato tutta l'estate per accumulare il cibo per l'inverno. Tu che cosa hai fatto in quelle giornate di sole?-
- Io ho cantato!-
- Hai cantato? - Bene… adesso balla!-
La formica richiuse la porta e tornò al calduccio della sua casetta, mentre la cicala, con il cappello ed il violino coperti di neve, si allontanava, ad ali basse, nella campagna.

Il se fait tard et je dois m'en aller......

Je suis venue le genoux à terre les cheveux en arrière
Mais les paupières me tombent aussi
Vas-tu me laisser cher incompris
Je te l'ai dit
Je t'aime bien mais je dois m'en aller

On s'est saoulé de vin et de mots on s'est mis K.O.
Mais les sirènes m'appellent aussi
Vas-tu me laisser cher indécis
Aujourd'hui
Je ne t'en veux pas mais je dois m'en aller

Je t'ai vu faire le coléoptère t'élever dans les airs
Oh mais les cerp-volants me parlent ainsi
Je les écoute et je les oublie
C'est ainsi
Il se fait tard et je dois m'en aller

Je suis déjà sur une autre planète le coeur et la tête
Mais les boulevards me manquent aussi
Vas-tu me laisser toi qui respire
Qui m'inspire
Je n'y peux rien si je dois m'en aller

http://www.youtube.com/watch?v=6vJ3PNbCFL8

Passata la festa gabbato lo santo

...quando la festa di celebrazione del santo è finita, del santo ci si dimentica, e dunque è come se lo si fosse preso in giro. Vuol sottolineare che certe manifestazioni solenni per eventi o persone sono superficiali e insincere, o anche che gli impegni assunti in certe circostanze gravi o solenni vengono spesso dimenticate appena la situazione è tornata normale.

Cose di poco conto...



 "...Questioni di lana caprina..."

 Questioni senza fondamento  come le dispute sul sesso degli angeli o sull'ombra dell'asino.
 Manca una spiegazione soddisfacente su questa espressione anche se la si ritrova già in Orazio.



   "...Parto della montagna..."
   Meschino effetto che segue grandi e ostentate promesse (un po' tanto fumo per poco arrosto o tanto rumore per nulla) da un'immagine oraziona della montagna che partorì il topolino. Montagna ha anche significato figurato di cosa, quantità enorme ed esagerata.

domenica 23 giugno 2013

Locuzioni

"...cavar le castagne dal fuoco..."
 questa locuzione indica l'atteggiamento di chi vuol procurarsi guadagni e vantaggi senza mettere troppo impegno...a volte facendo rischiare gli altri (per questo si aggiunge alla frase "con la zampa del gatto").
In una favola di La Fontaine una scimmia si serviva della dabbenaggine di un gatto per impadronirsi, senza scottarsi, delle castagne che cuocevano sul fuoco.


"....Ninfa Egeria..."

chi segretamente ispira il pensiero o guida l'azione di una persona, essendo costantemente da questa seguito e tenuto quasi in conto di oracolo. "Esser l'oracolo" ha senso invece di avere grande autorità o di essere infallibile, come i responsi delle antiche divinità; spesso usato in tono ironico;secondo la leggenda che in parte riferisce Livio, fu la Ninfa Egeria a ispirare a Numa Pompilio, in colloqui notturni, le istituzioni religiose di Roma.
     "Se c'è una cosa che è immorale è 
                                                         la banalità!"

"Cacocciula"



Un tempo il fidanzato,  "u masculu" portava un mazzo di carciofi fioriti alla propria fidanzata, "a fimmina"...per chiederle la mano.... oggi,se lo può fare, le compra l'iphone.... :P

sabato 22 giugno 2013

Comodo ma come dire poca soddisfazione

Conosco le abitudini 
so i prezzi 
e non voglio comperare né essere comprato 
Attratto fortemente attratto 
Civilizzato sì civilizzato 
Comodo ma come dire poca soddisfazione 
Comodo ma come dire poca soddisfazione 
Soddisfazione Signore 
Conosco le abitudini 
so i prezzi 
e non voglio comperare né essere comprato 
Attratto fortemente attratto 
Civilizzato sì civilizzato 
Uno sguardo più puro sul mondo che la civiltà è ora, pagando 
Decidi: cosa come quando 
Comodo ma come dire poca soddisfazione 
Comodo ma come dire poca soddisfazione 
Soddisfazione Signore 
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m'aspetta 
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m'aspetta 
Ventiquattromila pensieri al secondo fluiscono inarrestabili alimentando voglie e necessità 
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m'aspetta 
Voglio ciò che mi spetta lo voglio perché mio m'aspetta

A noi piacciono le cose genuine ;)

Funghi raccolti alle pendici dell'Etna

Pane con lievito madre detto crescente.

Zucca gialla

Peperoncini appesi ad essiccare al sole

Pane, lievito madre e miele d'acacia

Pane al limone

Filoncini con prugne e nocciole

Gelsi 

Pomodoro gigante

Treccia cioccolato,mandorle e uvetta.

Treccia semplice

Un vecchio amico

....come se avessi mangiato un ovosodo col guscio e tutto... che non va né su né giù, ma che ormai mi fa compagnia come un vecchio amico.

Non voglio tornare. Sempre ritorno.



Ogni qualvolta io mi trovi fuori casa avverto sempre la sensazione di essere nata e cresciuta in un posto che, forse, tanto meraviglioso e speciale non è.
Sono siciliana e vivo a Catania, dicono la città più viva e caotica della regione. Palermo è caotica tanto quanto Catania.
Tutto ciò che non trovo nella mia città, io, lo ritrovo fuori....
L'ordine, la pulizia, la gentilezza, il rispetto per la propria terra, l'intelligenza nel saper valorizzare ogni cosa gli appartiene... Ogni posto che visito diventa per me il luogo ideale dove poter andare a vivere, un giorno...
Questo giorno vorrei fosse già oggi, non domani...
Spesso mi capita di litigare con parenti e amici per le mie considerazioni riguardo la Sicilia. Non dico che la mia terra non sia bella, anzi al contrario credo ci siano luoghi che davvero meritano la fama e l'importanza che detengono. Grazie al mio ragazzo amante delle "gite fuori porta" ho potuto trascorrere meravigliosi giorni in giro per la province siciliane. Ci sono posti davvero meravigliosi, ci sono luoghi in cui ancora ( ma forse ancora per poco!!!)  si respira l'aria pulita, si assaporano gusti ruspanti e antichi, si socializza con persone che sembrano vivere lontani anni luce da un mondo tecnologicamente e globalmente corrotto. 
Non sono arretrati, sono semplicemente veri. 
Il problema sta proprio nel voler apparire a tutti i costi a passo coi tempi quando in realtà ciò che manca a certa gente non può essere colmato dall'oggetto simbolo della modernità e nemmeno da ciò che si fa, dal modo "improvviso" di trascorrere le giornate, dalla lettura di un libro, dalla musica che si ascolta....Quello che manca è qualcosa di più profondo. Ed è talmente profondo che se c'è...sta lì...dentro al cuore... trattasi di senso civico..di responsabilità, di cultura... io non lo so, ma percepisco che qui qualcosa manca. 
E sino  a quando continuerò ad avvertire questo vuoto... tutto lì fuori apparirà migliore,diverso.

Posto libero


Una perdita

Non fa una piega il suo ragionamento!
 La leggerezza tra Milan Kundera e Italo Calvino: L'Insostenibile leggerezza dell'essere e Le lezioni americane.

Il romanzo di Milan Kundera L'insostenibile leggerezza dell'essere si concentra su una concezione filosofica che resta sospesa in una alternativa potenziale (senza soluzione) tra la leggerezza e la pesantezza. Secondo l'autore ceco la leggerezza presuppone l'idea di un tempo in divenire in cui ogni istante è nuovo e particolare e nel quale l'idea stessa di esperienza resta inutilizzabile.
La pesantezza presuppone, al contrario, l'eterno ritorno, la ripetizione di ogni singolo attimo di esistenza. L'esperienza che ne deriva non è altro che un enorme senso di responsabilità, un peso morale. Se la leggerezza è insostenibile perchè irripetibilità degli eventi, non senso dell'esistenza poichè tutto ciò che l'uomo fa è privo di senso, risulta altrettanto insostenibile vivere nella dimensione della pesantezza dove tutto si ripete in un moto circolare sempre uguale, identico a se stesso. Librati nell'aria e pesanti come macigni?. 
Nella sua ultima opera Lezioni americane, Italo Calvino i dichiara apertamente a favore della "leggerezza". Secondo l'autore la leggerezza rappresenta un valore, un plusvalore da portare nel prossimo millennio. E' chiaro il riferimento al ruolo della letteratura e della scrittura, a quell'arte che solo il poeta e lo scrittore sono in grado di creare servendosi delle parole. E come devono essere queste parole per Calvino? Devono essere leggere come quelle immagini polverose e magiche dei quadri di Magritte.